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Via Francigena

Refugium

Progetto di arredo urbano per pellegrini e turisti


STRUTTURE NEL PAESAGGIO         #Arredo urbano   #Piccole architetture  #Ripari per turisti

Introduzione

Sin dall’antichità lungo i cammini di pellegrinaggio i viandanti trovavano ristoro in spazi ricavati in strutture ecclesiastiche, mentre durante il cammino potevano fare una breve sosta e riposarsi in ripari di fortuna. Il “riparo” nella storia dell’umanità è un luogo da sempre servito per offrire le condizioni minime e di difesa verso le condizioni esterne. I ripari hanno preso la forma di tende, casette, capanni; spazi semplici, costruiti con facilità, attrezzati con una semplice copertura in sommità per ripararsi dalle intemperie e dai raggi del sole e con un micro spazio interno, intimo e raccolto rispetto allo spazio esterno. Sono questi gli archetipi ancestrali che gli uomini riconoscono come rifugi essenziali in cui trovare ristoro.

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Focus

Il progetto propone come forma di arredo urbano una reinterpretazione del riparo, un oggetto che appare subito come un luogo minuto di accoglienza, che faccia sentire riparati e a casa: un refugium contemporaneo, interpretazione attuale dei primi luoghi di asilo e ricovero. Ma anche una sorta di pietra miliare che scandisce il cammino del viandante rendendosi sempre riconoscibile lungo la via percorsa.

Il refugium appare come un piccolo monolite, assume le sembianze di un totem, di una stele, un elemento simbolico che punteggia il cammino. Il suo apparire come un oggetto minimale mantiene il pellegrino in un’atmosfera semplice e dichiara la sua appartenenza a quel mondo fatto di pratiche quotidiane, lente e sobrie, quasi austere. La sua solidità lo rende pronto a resistere alle intemperie, a durare nel tempo, invecchiare con il passare delle stagioni.

Il refugium gioca volontariamente sul tema dell’ambiguità e richiama da un lato gli archetipi del riparo e manifesta dall’altro il suo essere oggetto simbolico e sacro. La sua configurazione slanciata cerca di celebrare lo spazio racchiuso come un luogo di passaggio, dalla sacralità del cammino alla secolarità della città verso cui il pellegrino si rivolge passandovi all’interno.

Final Layout

L’aspetto fondante il disegno del refugium è il riparo del pellegrino dalla realtà esterna a quella del cammino. Il viandante trova il ricovero aperto e rivolto verso di sé, offrendogli uno spazio di sosta e di attesa. Sul fondo del refugium una piccola veletta aiuta a mantenere raccolto l’ambiente interno filtrando la vista verso l’esterno. La ridotta dimensione del varco di uscita innesca inoltre una visione prospettica a distanza che orienta il pellegrino verso le altre strutture predisposte dalle comunità locali per la sua accoglienza e ospitate nei vari spazi messi a disposizione dalle amministrazioni.

Studi della geometria del rifugio

Un’apertura in sommità guarda il cielo e il viandante ritrova la prospettiva lontana della volta celeste rimanendo in contatto con il proprio mondo spirituale. Una seconda apertura ad altezza uomo traguarda invece alcuni dei luoghi che il sito in cui il pellegrino si sta fermando gli propone, luoghi importanti, simbolici e caratteristici del territorio, ma anche spazi e materie della quotidianità. Il viandante può così abbracciare allo stesso tempo il proprio mondo interiore guardando il cielo e aprirsi al mondo esterno traguardando con la vista i luoghi del mondo che ha di fronte e in cui si sta preparando ad immergersi. Attraverso le due piccole aperture e la parziale chiusura del fronte di uscita del ricovero è costruita la percezione della soglia che il pellegrino sta superando, abbandonando la Via per tornare nella realtà che i luoghi che sta toccando gli offrono.

Diagramma del refugium come luogo di protezione del pellegrino e soglia verso il mondo esterno

Diagramma del refugium come spazio di connessione tra mondo interiore e realtà esterna

Il refugium è infine attrezzato per offrire alcune forme basilari di ristoro per il pellegrino e il viandante. Una lunga seduta esterna permette una prima sosta e agevola il rapporto con le popolazioni locali con cui i viandanti possono intrattenersi e parlare poggiati con la schiena sulla parete del ricovero. Una scritta in sommità permette di riconoscere il refugium come un elemento della Francigena ed anche di leggere la località in cui è situato.

1. Apertura superiore
2. Elemento ‘parete A’ in calcestruzzo strutturale alleggerito con argilla espansa
3. Elemento ‘veletta C’ in calcestruzzo strutturale alleggerito con argilla espansa
4. Indicazione del nome della località in lamiera di acciaio inossidabile
5. Elemento ‘parete B’ in calcestruzzo strutturale alleggerito con argilla espansa
6. Apertura inferiore
7. Punto energia elettrica
8. Punto acqua
9. Tracciato della Via Francigena in scala | in legno di Castagno
10. Assi in legno di Castagno
11. Mensola prefabbricata in c.a.
12. Bacino in c.a. prefabbricato
13. Superficie interna con trama tessuta

Singolo e unico, è molteplice e moltiplicabile, potenzialmente anche sullo stesso sito, a comporre un’aggregazione di spazi di socializzazione, di luoghi di esposizione, di gallerie, di percorsi, di “arredi”. Il ricovero proposto è flessibile nei termini in cui ha un’elevata capacità di adattamento e replicabilità in altri luoghi e contesti nella sua unitarietà, ciò grazie alla chiarezza della sua forma, alla solidità e sobrietà materiale e alla sua riconoscibilità e semplicità.

La flessibilità necessaria per questo tipo di arredi è stata intesa in primo luogo come dilatazione delle possibilità di risposta dell’arredo al suo valore simbolico, verso i pellegrini e i viandanti provenienti dalla Via e verso i cittadini e le popolazioni locali che invece li possono accogliere o che possono a loro volta essere spinti a intraprendere il cammino.

Il refugium supera l’idea comune di flessibilità come mutevolezza, ovvero l’essere cangianti per rispondere meglio alle domande insorgenti mutando aspetto; esso vi contrappone invece un’idea di adeguatezza, fisica e culturale, al sito di collocazione e al mondo a cui appartiene, a cui i suoi fruitori sono intimamente legati, il mondo dei cammini lenti, della cultura dei luoghi e del territorio.

Internamente un solco nella parete di cemento racconta il tracciato della Via segnalando la posizione del refugium e la sua distanza dalle tappe vicine. Una piccola mensola funge da appoggio o piccolo tavolo per le attività minime necessarie: come consultare una mappa, leggere alcune pagine di una guida, posare stoviglie o suppellettili per consumare una merenda o un pasto frugale, appoggiare dispositivi elettronici per sfruttare la presa di corrente lì vicino predisposta. Infine, in corrispondenza del varco di ingresso un piccolo rubinetto con un bacino a terra permette di rinfrescare corpo, mani e piedi e di rifocillarsi bevendo acqua fresca che può essere utile anche per riempire la propria borraccia.
Grazie alla sua solidità il refugium poggia semplicemente sulla pavimentazione o sul terreno naturale che lo accoglie; ciò lo rende collocabile ovunque, ogni volta identico a sé stesso, seppure con semplici possibili variazioni sulla posizione dei suoi elementi base (aperture, sedute e ripiani).

Planimetrie di inserimento e sezione del refugium nella sua localizzazione a:
1. Calendasco 2. Fiorenzuola D’Arda 3. Cadeo 4. Gragnano Trebbiense 5. Pontenure 6. Alseno

All’interno una tela di juta è frapposta tra getto e cassero: la pressione liquida e il processo di asciugatura del calcestruzzo danno origine a una trama “tessuta”. Infine, il terreno su cui poggia diviene esso stesso materia prima del luogo di ricovero e di sosta: la Via, il Luogo, il Cammino sono essi stessi il pavimento, il suolo del refugium, della stanza. Anche il tempo diventa materia prima di cui è fatto il riparo, il piccolo rifugio del pellegrino contemporaneo e al tempo stesso del cittadino del mondo: nel processo costruttivo la solidificazione e la maturazione avvengono rispettando i tempi naturali; nella fase di vita esso è sottoposto alle intemperie e nel lungo periodo invecchia cambiando lentamente e naturalmente colorazione e mutandone la percezione della grana superficiale, comunque solido e inalterabile allo scorrere del tempo.

Disegni di dettaglio del refugium

ADM_2019-09_Refugium_04_Cadeo_b
ADM_2019-09_Refugium_05_Fiorenzuola_a
ADM_2019-09_Refugium_06_Alseno_b
ADM_2019-09_Refugium_01_Calendasco_e
ADM_2019-09_Refugium_02_Gragnano_b
ADM_2019-09_Refugium_03_Pontenure_b

Info

Categoria: Progetto
Campo: Piccoli interventi
Elemento: Progetto di arredi urbani diffusi nel paesaggio

Data: 2019.09
Tipologia: Concorso di progettazione
Promotore: Comune di Pontenure, Alseno, Cadeo, Calendasco, Fiorenzuola d’Arda, Gragnano Trebbiense
Note: Menzione speciale

CREDITI
Gruppo di progettazione: Arch. Andrea De Matteis, Arch. Marco Civardi, Arch. Mariabeatrice Gaia
Consulenti: Ing. Claudio Burgazzi, Andrea Amato (tipiblu)
Collaboratori: Carlotta Bergonzi, Mauro Tagliabue
Fotografie: Diego Monfredini

INFO
Interpretazione contemporanea del rifugio, luogo di riparo dedicato ai pellegrini. Gli elementi posizionati lungo la via Francigena sono costituiti da volumi stereometrici in cemento liscio.


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