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PADERNO

Una nuova urbanità rurale

Il progetto di un quartiere residenziale nel verde


NUOVI PAESAGGI            #Rigenerazione urbana   #Agricoltura urbana   #Urban Housing

Introduzione

L’area dell’ex-Breter è una sorta di grande enclave, spazio bianco rimasto distaccato dall’urbanizzazione che gli è cresciuta attorno, da quel tessuto di case basse e dense, caratteristiche di una certa periferia.
A fronte di queste condizioni eccezionali quale può essere la ragione a guida del progetto?
Un’opportunità potrebbe essere quella di imporre urbanità, lì dove è latente, attraverso la realizzazione di spazi urbani in ogni aspetto nuovi, agendo per differenza rispetto a quel tessuto di periferia che è attorno.
Il progetto segue un’opzione opposta, tenta di rigenerare le condizioni specifiche di quel tessuto, la sua informalità, la sua atmosfera dimessa ma familiare che offre delle potenzialità. Agendo per continuità si può realizzare una modulazione aggiornata per la vita contemporanea di quei caratteri e mettere inoltre in atto un equilibrio nuovo con il mondo naturale, in questi contesti orientati alla produzione agricola.

Site Report

Focus

Il sito di progetto impone un confronto con la legacy di quello che gli sta attorno. Obiettivo chiave diventa la ricerca di una nuova forma di urbanità che faccia leva sulle tipiche condizioni insediative di queste forme di città diffusa.
La molteplicità dei piccoli blocchi, la loro compattezza, ma anche la loro eterogeneità che nella molteplicità sfocia in una sorta di continuità di paesaggio, offrono l’occasione perché la loro domesticità si rigeneri realizzando una forma nuova di urbanità.
La tipica inaccessibile lottizzazione privata diviene una nuova piattaforma sperimentale di vita collettiva. Un dialogo completamente nuovo si instaura tra l’intimità della vita familiare e la collettività della relazione sociale. È possibile sperimentare relazioni nuove con gli spazi interstiziali: usati da sempre quali prolungamenti degli ambienti domestici, possono oggi divenire luoghi per la produzione agricola, sotto forma di orti di vicinato e orti di comunità.

Strategia di progetto

1. Il processo insediativo

Il sito nello stato attuale


Copy and paste

Attraverso una procedura di “copy and paste” il pattern di edificazione circostante è posto sul sito e una nuova lottizzazione densa di edifici compatti lo ricopre.
L’area rimasta sinora esclusa dal processo di edificazione che la circonda, sembra ritrovare la sua condizione fondendosi nel contesto. Una sequenza di lotti fondiari suddivide il suolo. Una strada centrale li alimenta. Ogni lotto è occupato da un edificio singolo nel centro, casa plurifamiliare dagli alloggi minuti. Lo spazio aperto attorno alla casa è usato per parcheggiare l’auto, come piccolo cortile per ricoverare materiali o semplice accesso alla casa e spazio per i bidoni delle immondizie.


Remove the plots

Cosa succederebbe se per la prima volta fosse possibile muoversi liberamente tra la sequenza di piccoli edifici che popolano il quartiere?
Nel sito è messo in atto un esperimento urbanistico. La lottizzazione perde la sua trama ma ne rimane la sostanza: i singoli edifici sono liberati dal loro radicamento ad una propria porzione di suolo e per la prima volta si ritrovano in un campo più ampio, sono parte di un mondo collettivo, hanno la possibilità di instaurare nuove relazioni tra loro, pur non perdendo la loro individualità.
Da una parte è conservata una qualità specifica dell’abitare del tessuto denso e compatto di edifici minuti: appartamenti di dimensioni medio-piccole hanno un rapporto diretto con lo spazio esterno, forme spontanee di appropriazione dello stesso.
Dall’altra, la città si riappropria di un’area sinora inaccessibile. Liberando i piccoli blocchi dall’attaccamento al loro lotto di suolo privato si apre un mondo completamente nuovo di vita collettiva. Per la prima volta cadono le recinzioni: è possibile finalmente passare in quegli stretti corridoi tra le case ed esplorare il mondo che ci sta dietro. La città ha, finalmente, la possibilità di entrare in quella distesa di blocchi sinora relegati in un labirinto di muretti, cancelli e recinzioni.


Nuove tipologie e aggregazioni

I blocchi si articolano nelle dimensioni accogliendo tipologie diverse di alloggi. Molteplici utenti si aggregano attorno allo spazio collettivo. Così trovano spazio single e giovani coppie, anche con la possibilità di lavorare in casa in spazi dedicati, anziani o disabili autosufficienti o che necessitano assistenza, famiglie appena create o già numerose. I blocchi possono poi aggregarsi a piccoli gruppi realizzando nuove forme di vicinato.
Questa piattaforma sperimentale di vita collettiva che si realizza sul sito ex-Breter può essere anche il luogo per tornare ad un rapporto più diretto con il suolo, curare un giardino insieme, coltivare un po’ di terra. Ogni raggruppamento di edifici accoglie un proprio piccolo orto di vicinato da curare come altri sono localizzati sui tetti degli edifici a disposizione degli abitanti interessati a coltivarli.


Un nuovo suolo agricolo

All’esterno dei raggruppamenti di case la città ritrova un nuovo spazio completamente pubblico.
Il suolo, tornato permeabile, è ricondotto alla condizione originaria della produzione agricola, prima che l’onda dell’edificazione diffusa sul territorio la cancellasse.
La nuova urbanità ricercata potrà realizzarsi declinando lo spazio pubblico verso una sua “produttività”. Lo spazio urbano acquisisce una sostanza ulteriore, oltre il suo essere pubblico e accessibile, esso propone alla comunità un senso nuovo: torna paesaggio agricolo utilizzato per la coltivazione. La comunità di cittadini, un’associazione creata ad hoc, un raggruppamento di associazioni, gruppi od enti esistenti possono ricevere in gestione il terreno, occuparsi direttamente o incaricare esperti della sua coltivazione. I prodotti della terra potranno poi rimanere in loco, ad uso e consumo della comunità insediata o scambiati e venduti in un apposito spazio di mercato all’interno dell’area.


2. La trasformazione del sito

La fabbrica dismessa nel suo recinto.


Dopo la rimozione degli edifici industriali, il suolo potrà essere analizzato e, se contaminato dalle lavorazioni industriali, bonificato per essere ricondotto alla sua originale naturalità.


Un nuovo suolo naturale sarà acquisito dalla città e messo a disposizione di un nuovo insediamento. Sette isole vi saranno ritagliate per accogliere le abitazioni.


Le isole scaveranno il terreno per ospitare i parcheggi privati interrandoli: nessuno spazio aperto sarà occupato dalle auto, nessuna auto rimarrà visibile all’interno del paesaggio costruito. I parcheggi in sottosuolo saranno tra loro collegati per garantire l’adeguata funzionalità.


Le isole scaveranno il terreno per ospitare i parcheggi privati interrandoli: nessuno spazio aperto sarà occupato dalle auto, nessuna auto rimarrà visibile all’interno del paesaggio costruito. I parcheggi in sottosuolo saranno tra loro collegati per garantire l’adeguata funzionalità.


Gli edifici vi si disporranno al di sopra in maniera irregolare realizzando degli spazi intermedi ogni volta diversi. Lungo i margini le isole accoglieranno rampe, scale, piccoli spazi collettivi e orti di vicinato.


Il suolo tra le isole sarà aperto alla città e diverrà uno spazio pubblico di natura nuova: diversi appezzamenti di terreno saranno individuati e assegnati alla comunità locale per essere coltivati. Tra essi una rete di percorsi condurrà ai diversi appezzamenti e alle isole su cui sorgono le abitazioni.


Nell’area ex-Breter di Calderara si potrà realizzare una nuova forma di urbanità rurale. Sarà possibile mettere in atto un nuovo equilibrio tra case dense e minute e spazio aperto. Nuove forme di appropriazione dello spazio pubblico potranno infine essere sperimentate: una porzione di paesaggio agricolo si manifesterà in città.


Configurazione finale

1. Il suolo pubblico tra le isole

Un ampio e continuo suolo pubblico filtrante della dimensione di 7.550 mq costituisce la maggior parte dell’area di progetto. Al suo interno sono ricavate le isole costruite dove sono raccolti gli edifici. Sul suolo pubblico sono individuati dei percorsi in calcestre che servono sia per la fruizione pubblica pedonale che per i mezzi d’emergenza o servizio.

La restante parte del suolo è destinata alla coltivazione. A fianco degli appezzamenti di terreno è ricavato un canale di irrigazione che prende acqua dalla falda a nord e la reimmette in falda a sud. In corrispondenza delle immissioni è stato ricavato un piccolo bacino d’acqua. Per superare il canale poi, dove necessario, sono stati predisposti dei piccoli ponti in legno.

Tra gli appezzamenti individuati dai percorsi se ne trovano alcuni non destinati alla coltivazione: trattati a prato libero per pic-nic e psicomotricità per i bambini; piantumati con vegetazione che riporta un’idea di ruralità diffusa; destinati al gioco dei bambini con un apposito suolo antitrauma.

Aree coltivate, vegetazione e sistema idrico

2. Le isole costruite

The central area defined by the NStCM depot-workshop building and the former Roads Department building, together with the small NStCM depot nearby, will become a central public system of massive use, providing working and cultural public activities.
The NStCM depot-workshop building will accommodate a Working Hub (open work space with tables and web connection, meeting rooms, private rooms and small bistrot), the Roads Department building an Atelier providing spaces of work for artists and crafts- men, and collective services. A small bike service outside the Atelier will face the new Le Plantaz Station, realized as a long light linear shelter intercepting the interchange bike parking.
The open spaces between the buildings will create a outstanding system of public life, accepting small temporary parking lots too and reinforcing the main public railway passage.

Usi e circolazione

Tutti i blocchi sono realizzati in setti portanti in legno poggiati sulla piastra in calcestruzzo che copre il parcheggio sotterraneo. Essi sono finiti ad intonaco e hanno un tetto piano coperto a verde: sul tetto degli edifici di 2 e 3 piani, accessibile dalle risalite, sono ospitati degli orti per gli abitanti degli appartamenti, mentre il tetto verde dell’edificio di 4 piani è destinato alla sola coibentazione.

Sul margine verso lo spazio pubblico al piede degli edifici più minuti si trovano i servizi di quartiere aperti alla città: una lavanderia comune, un micro-nido, una cucina collettiva, un mercato di quartiere, un piccolo negozio di prodotti alimentari bio, uno spazio biblioteca, sala lettura e internet. In un vano a piano terra nei 2 blocchi più grossi di ogni isola, è accolto un servizio di vicinato, una stanza collettiva aperta a diversi usi e messa a disposizione degli abitanti di quell’unità aggregativa. Potranno essere dedicate ad esempio ad attività fisica, hobbistica e fai da te, incontri e discussioni, proiezioni e conferenze, studio, giochi.

Sempre al piano terra delle abitazioni si trovano alloggi speciali con spazi di lavoro adiacenti. Studi professionali, laboratori e servizi privati che possono essere svolti in proprio affacciano direttamente sulla piattaforma collettiva aprendosi verso la città. Questi spazi offrono un certo livello di flessibilità: sono spazi dell’abitazione con potenzialità speciali, a fronte del modificarsi delle necessità potranno agevolmente essere ricondotti a semplici vani dell’alloggio.

Complessivamente le 7 piattaforme, sei occupate dall’aggregazione degli edifici residenziali e una che realizza il Centro di formazione e sviluppo, occupano uno spazio di circa 4.950 mq su cui sono localizzati 6.000 mq di abitazioni, 280 mq di servizi di vicinato, 470 mq di servizi di quartiere, 1.000 mq del Centro di formazione e sviluppo. Nel sottosuolo infine i box occupano un’area complessiva pari a 5.205 mq.

Vista dell’area centrale con il mercato, la cucina di quartiere e l’area a prato libero
Vista del sistema di orti di comunità e delle aree a picnic
Vista dell’area centrale con il mercato, la cucina di quartiere e l’area a prato libero Vista del sistema di orti di comunità e delle aree a picnic

Info

Categoria: Progetto
Campo: Urban Design
Elemento: Progetto urbano

Data: 2013.11
Tipologia: Concorso di idee
Promotore: MHS Spa
Note: Progetto finalista

CREDITI
Gruppo di progettazione: Arch. Andrea De Matteis, Atelier delle Verdure, Arch. Carolina Medici, Arch. Roberta Rinaldi
Consulenti: Arch. Luciano Cadeddu

INFO
Progetto per un nuovo quartiere urbano in sostituzione di un’area industriale dismessa. Una serie di edifici minuti sono raggruppati tra loro in piccole aggregazioni dislocate in uno spazio verde sperimentale per la produzione agricola.

DATI
Sup. Territoriale: 12.500 mq
Sup. Fondiaria: 4.950 mq
Area a parco Filtrante: 7.550 mq
Sup. parcheggi interrati: 5.205 mq
Slp complessiva: 7.750 mq

Di cui:
abitazioni: 6.000 mq
servizi di quartiere: 470 mq
servizi di vicinato: 280 mq
Centro di Formazione: 1.000 mq


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